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Imprese sociali che nascono e crescono, anche grazie alla capitalizzazione di CFI, all'interno del progetto europeo small2big: Cooperativa Sentieri e Verbena

Fotografia“Nel territorio in cui operiamo, che può contare su una struttura industriale solida e diffusa, c’è però una parte di popolazione che ha difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. La nostra cooperativa cerca di fornire un supporto a queste persone, favorendone l’inserimento”. Così Massimo Brassoli, presidente della cooperativa sociale Sentieri e Verbena Solidali, nata nel 2009 in provincia di Brescia. Formata da 38 soci lavoratori, l’azienda lombarda, sostenuta da Cfi, costituisce una delle più belle realtà imprenditoriali presenti nel territorio della Val Sabbia. Come ci racconta in questa breve intervista il suo presidente, che ha parlato anche del progetto europeo Small2big, rivolto a finanziare le imprese sociali.

Presidente Brassoli, per cominciare, ci può dire qualcosa sui servizi che offrite?
La nostra mission è quella del perseguimento del benessere comunitario attraverso il collocamento al lavoro di persone in condizioni di svantaggio. Il nostro percorso è ormai consolidato e abbiamo ottenuto la certificazione di qualità. Le attività che svolgiamo sono molteplici: si va, soltanto per citarne alcune, dai servizi di manutenzione del verde alla pulizia delle strade, dalla lettura dei contatori del gas e della luce alla custodia di isole ecologiche. Accanto a questi servizi, più “canonici”, abbiamo avviato una collaborazione con un’altra cooperativa per la coltivazione di nocciole, con l’obbiettivo di commercializzarle e, più in là, di occuparci del ciclo di trasformazione delle stesse. Gestiamo, inoltre, due botteghe in una zona montana, con lo scopo di offrire un servizio di vendita di generi di prima necessità e un punto di aggregazione e supporto ad una popolazione appartenente ad una fascia di età molto avanzata.

Qual è il vostro punto di forza?
Il punto di forza di un’azienda come Sentieri e Verbena Solidali risiede nella compagine sociale e nei  lavoratori che ogni giorno dimostrano un attaccamento fortissimo alla cooperativa. Poi c’è la diversificazione dei servizi proposti. Per evitare di dipendere troppo da uno o due grossi clienti, abbiamo deciso di puntare su un’offerta che fosse la più varia possibile; questo ci ha consentito di superare i momenti di crisi legati a singoli settori, arrivando anche a chiudere alcune attività, non più sostenibili economicamente, senza accusare troppo il colpo e senza perdere posti di lavoro.  

Quali sono, oggi, le competenze necessarie per la gestione di una cooperativa sociale?
Le competenze riguardano sempre di più alcuni aspetti di natura economico-finanziaria e si legano ai rapporti con la pubblica amministrazione, con gli istituti di credito e con le grandi multiutility. È qui che si gioca la partita per tutti coloro che hanno intenzione di occuparsi di una dimensione economica che abbia una forte connotazione sociale. Non dimentichiamo che anche il mondo del profit sta andando velocemente verso l’adozione dei bilanci di sostenibilità, al fine di scrivere un nuovo patto economico, sociale e ambientale con tutti gli stakeholder della comunità.

Alla luce di quanto detto finora, che cosa ha rappresentato per voi il progetto Small2big? Che benefici ne avete tratto?
In questo periodo stiamo perfezionando l’acquisto di una nuova sede che ci porterà dei vantaggi a livello logistico e ci consentirà di raggruppare gli uffici amministrativi in un solo luogo. La struttura che stiamo acquistando comprende anche un’area artigianale e stiamo valutando alcune opzioni per sfruttarla al meglio. I benefici, quindi, riguardano la possibilità di creare una nuova attività sganciata da logiche di appalto e di ottenere credito a condizioni molto più vantaggiose di quelle offerte dal mercato.

Il modo migliore per predire il futuro è inventarlo, ha detto Peter Ferdinand Drucker. Il futuro della Sentieri e Verbena Solidali come lo vede? 
Quasi tutte le cooperative hanno dovuto fare i conti, per quanto concerne la governance, con un ricambio generazionale. Le cooperative sociali sono molto diverse da 25 anni fa; sono organizzazioni molto più complesse e richiedono competenze trasversali per essere gestite al meglio, tenendo sempre fermi i valori che hanno favorito la loro fondazione. Sono fiducioso perché nel nostro consiglio di amministrazione sono entrate nuove leve, molto preparate e motivate. Credo che, nel giro di pochi anni, arriveranno a gestire la nostra cooperativa in modo ancora più efficace ed efficiente.

Un’ultima domanda sorge spontanea, per dirla alla maniera di Antonio Lubrano. Che cosa significa per voi essere una cooperativa? 
Lavorare per una cooperativa vuol dire avere l’opportunità di divenirne socio ed entrare così a far parte di una compagine che condivide valori come democrazia, partecipazione, accoglienza, equità, rispetto dell’altro. Vuol dire, soprattutto, agire in un ambito che consente una crescita umana e professionale riscontrabile in poche altre realtà.  

Andrea Bernardini