Nato nel 1986, a seguito dell’entrata in vigore della L. 49 del 27/02/1985 – Legge Marcora – con l’originario obiettivo di supportare l’acquisizione ed il rilancio di aziende in crisi da parte dei dipendenti riuniti in cooperativa (workers buyout).
Uno strumento di politica attiva del lavoro ideato da Giovanni Albertino Marcora, Senatore della Repubblica italiana e Ministro dell’Agricoltura dal 1974 al 1980.
Nel corso del tempo diventa anche strumento di supporto all’impresa cooperativa di lavoro e sociale, in termini di rafforzamento patrimoniale e salvaguardia occupazionale.
CFI è vigilata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, principale socio in termini di capitale. E’, inoltre partecipata da 393 cooperative e dai fondi mutualistici di Confcooperative, Legacoop e Agci, le tre associazioni cooperative che hanno promosso la nascita di CFI.
Oltre ad un patrimonio netto di 102 milioni, CFI gestisce un fondo pubblico rotativo la cui attuale dotazione supera gli 80 milioni.
Con tali risorse, CFI finanzia cooperative di lavoro e cooperative sociali, privilegiando le operazioni di workers buyout, principale missione aziendale, attraverso interventi in capitale, debito, strumenti ibridi e finanziamenti agevolati.
Dal 1986 CFI ha erogato 335,7 milioni a supporto di 584 imprese cooperative, contribuendo alla creazione e al mantenimento di 28.486 posti di lavoro.
Oltre ad erogare risorse finanziarie sulla base della valutazione del piano di impresa, CFI svolge una attività di monitoraggio proattivo dell’andamento aziendale durante i 10 anni di partnership.
159 le cooperative attualmente partecipate, con un livello di patrimonializzazione di 336,6 milioni, un volume di affari di poco inferiore a 1,1 miliardi nel 2022.
Nell’ambito dei workers buyout, se si considera solo l’ultimo periodo di operatività, dal 2011 ad oggi, CFI ha finanziato e sostenuto lo sviluppo di 93 wbo, con un apporto di risorse di 49,3 milioni. Imprese cooperative che occupano oltre due mila lavoratori e sviluppano un valore della produzione consolidato superiore a 500 milioni. In questi 12 anni, il ritorno per lo Stato, in termini di imposte dirette, imposte sul lavoro e contributi previdenziali, è stato superiore a 300 milioni.
Uno strumento di politica attiva del lavoro ideato da Giovanni Albertino Marcora, Senatore della Repubblica italiana e Ministro dell’Agricoltura dal 1974 al 1980.
Nel corso del tempo diventa anche strumento di supporto all’impresa cooperativa di lavoro e sociale, in termini di rafforzamento patrimoniale e salvaguardia occupazionale.
CFI è vigilata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, principale socio in termini di capitale. E’, inoltre partecipata da 393 cooperative e dai fondi mutualistici di Confcooperative, Legacoop e Agci, le tre associazioni cooperative che hanno promosso la nascita di CFI.
Oltre ad un patrimonio netto di 102 milioni, CFI gestisce un fondo pubblico rotativo la cui attuale dotazione supera gli 80 milioni.
Con tali risorse, CFI finanzia cooperative di lavoro e cooperative sociali, privilegiando le operazioni di workers buyout, principale missione aziendale, attraverso interventi in capitale, debito, strumenti ibridi e finanziamenti agevolati.
Dal 1986 CFI ha erogato 335,7 milioni a supporto di 584 imprese cooperative, contribuendo alla creazione e al mantenimento di 28.486 posti di lavoro.
Oltre ad erogare risorse finanziarie sulla base della valutazione del piano di impresa, CFI svolge una attività di monitoraggio proattivo dell’andamento aziendale durante i 10 anni di partnership.
159 le cooperative attualmente partecipate, con un livello di patrimonializzazione di 336,6 milioni, un volume di affari di poco inferiore a 1,1 miliardi nel 2022.
Nell’ambito dei workers buyout, se si considera solo l’ultimo periodo di operatività, dal 2011 ad oggi, CFI ha finanziato e sostenuto lo sviluppo di 93 wbo, con un apporto di risorse di 49,3 milioni. Imprese cooperative che occupano oltre due mila lavoratori e sviluppano un valore della produzione consolidato superiore a 500 milioni. In questi 12 anni, il ritorno per lo Stato, in termini di imposte dirette, imposte sul lavoro e contributi previdenziali, è stato superiore a 300 milioni.