www.cfi.it
Home > News > Coraggio e passione: il racconto di una realtà straordinaria, la cooperativa “Fraternità Giovani" di Brescia

Coraggio e passione: il racconto di una realtà straordinaria, la cooperativa “Fraternità Giovani" di Brescia

Intervista alla Presidente Laura Marta Angela Rocco

Fotografia
“La più profonda definizione della giovinezza è vita non toccata dalla tragedia”. Questa frase del filosofo inglese Alfred North Whitehead è fortemente smentita da tutto l’operato della cooperativa Fraternità Giovani, nata nel 2000, in quel di Ospitaletto (BS), per occuparsi di minori in difficoltà, vittime di maltrattamento e abuso. Di questa meritevole e importante realtà lombarda, sostenuta anche da CFI, abbiamo parlato con Laura Rocco, presidente di Fraternità Giovani.

Presidente Rocco, per cominciare, ci può raccontare brevemente la storia di Fraternità Giovani?
Fraternità Giovani si è costituita per occuparsi dell’accoglienza di minori in situazioni di trascuratezza grave, maltrattamento e abuso. Negli anni la cooperativa ha saputo trasformarsi e rileggere i bisogni del territorio attivando, per la prima volta nella provincia di Brescia, servizi privati terapeutico-riabilitativi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (residenziali e semiresidenziali), accreditati dalla Regione e a contratto con l’Azienda Sanitaria Locale. Una scelta di per sé coraggiosa e forse un po' incosciente, scaturita dal desiderio di dare risposte ad un bisogno che vedevamo emergere, senza poter contare, all’inizio, su budget riconosciuti e con il problema di accreditare la cooperativa presso le aziende ospedaliere. Oggi, a distanza di anni, la Fraternità Giovani, composta da 60 soci lavoratori, gestisce un budget per la neuropsichiatria che supera i due milioni di euro, con quattro servizi accreditati. Abbiamo costruito una solida rete di rapporti istituzionali con enti pubblici e privati, facendoci carico di oltre 150 ragazzi e delle loro famiglie. Tenendo conto dell’attenzione che abbiamo sempre rivolto ai più piccoli e ai servizi legati al territorio, abbiamo poi deciso di gestire anche l’asilo nido privato “La Carica dei Bebè”, per 24 bambini dai 9 ai 36 mesi.  

Rileggendo la storia della cooperativa, quale direbbe che è stato il vostro punto di forza?
Direi, innanzitutto, il coraggio e la passione. Fraternità Giovani nasce come servizio di welfare per il territorio e, negli anni, ha saputo dare risposte al bisogno concreto delle persone, anche decidendo di aprire servizi innovativi e pioneristici, come quello di “Piccole Pesti”, che ha scelto di sostenere con le proprie risorse e con il coinvolgimento di quanti hanno creduto nel progetto. Un’altra qualità che riconosco alla nostra cooperativa è quella di aver cercato sempre di mettere al centro i ragazzi e i bambini e non i loro disturbi, le potenzialità e non i deficit. I nostri servizi sono pensati per coniugare l’aspetto terapeutico/clinico con quello sociale e di reinserimento della persona all’interno del proprio territorio e del contesto di riferimento.

Ci dice qualcosa di più sul servizio “Piccole Pesti”?
Il 50% dei disturbi mentali che si osservano in età adulta ha esordito entro i primi 18 anni di età. Un’evidenza che, purtroppo, non trova adeguato riscontro nelle risorse e nelle strutture che il nostro Paese destina alla malattia mentale riferita a queste fasce d’età (solo il 3,5% del budget sanitario). Fraternità Giovani opera da anni nell’ambito dei servizi neuropsichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza, consapevole che il migliore investimento che un Paese può fare è quello legato alle nuove generazioni. Il mondo della sofferenza psichiatrica è, ancora oggi, oggetto di forte stigmatizzazione, tanto che le famiglie stesse sono in crisi quando si trovano a doverla gestire. Per questo, nel 2016, Fraternità Giovani ha attivato il servizio “Piccole Pesti”, che rappresenta nella nostra regione l’unico caso di un centro diurno, parzialmente privato, dedicato ad interventi terapeutici e abilitativi per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Una fascia di età che il Servizio Sanitario Nazionale difficilmente prende in carico e sulla quale siamo intervenuti perché sappiamo che un intervento precoce può, a volte, prevenire la cronicizzazione dei comportamenti. Con questo spirito, in più di 20 anni di attività, abbiamo creato i nostri centri di riabilitazione per adolescenti. E, oggi, intendiamo affrontare una sfida ancora maggiore. Da pochi giorni, infatti, è partito il cantiere per la realizzazione del Centro Polifunzionale per l’Età Evolutiva, una struttura che consentirà l’implementazione e l’ampliamento dei servizi offerti dalla cooperativa (relativi all’attività legata a “Piccole Pesti” e al Centro Diurno Raggio di Sole) e che ha l’ambizione di voler diventare un riferimento, nel territorio bresciano, per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASST Spedali Civili. Il Centro consentirà una più strutturata presa in carico non solo del minore ma anche dell’intero nucleo famigliare, al fine di garantire un percorso riabilitativo del paziente in connessione con la famiglia, la scuola ed il territorio. La compresenza di servizi dedicati ai bambini e agli adolescenti permetterà, in via sperimentale, la costruzione di un percorso integrato.

La malattia mentale fa ancora paura?
Sì, perché non è conosciuta e trova ancora troppo poco spazio nell’agenda del legislatore. La malattia mentale dei bambini e degli adolescenti mette ancora più in crisi il sistema e lascia sole le famiglie, che non sanno a chi rivolgersi per trovare un sostegno. La mancanza di informazioni e i tempi di attesa elevati per l’accesso ai servizi fanno spesso la differenza tra il riuscire a trattare o attenuare un problema e vederlo, al contrario, evolvere in patologia. Stiamo parlando di bisogni complessi che necessitano di interventi multidisciplinari intensivi che spesso non esistono sul territorio. Il progetto “Piccole Pesti” è un esempio di servizio di questo tipo. 

Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle, diceva C.S. Lewis. Il futuro della Fraternità Giovani come lo vede?
Il nostro Paese investe ogni anno appena il 3-4% del budget sanitario sulla salute mentale (contro una media del 10-12% dei paesi europei), a fronte di un bisogno che, statistiche alla mano, continua ad aumentare con tassi annui del 5% che non hanno paragoni in nessun altro ambito della medicina. La sfida di Fraternità Giovani è quella di trovare - in un contesto di oggettiva scarsità di risorse - forme, anche innovative, per rendere accessibili i propri servizi, in una logica di integrazione e non di sostituzione di un Ente Pubblico che, per cultura, fa ancora fatica ad aprirsi alla sussidiarietà del privato sociale.

Un’ultima domanda, per concludere questa breve intervista. Che cosa significa, per voi, essere una cooperativa?
Stare accanto alle persone: è questa la mission del nostro essere cooperativa. Vuol dire, oltre ad una certa capacità di gestione, saper ascoltare, comunicare, proporre, essere lungimiranti e coraggiosi. Non essere, insomma, inerti di fronte alla sofferenza. In questi anni ci stiamo rendendo conto che bisogna lavorare molto anche sulla sensibilizzazione, sul cambio di mentalità rispetto ad una problematica, quella della salute mentale dei minori, che mette a disagio chi l’affronta proprio perché non compresa e ancora troppo stigmatizzata.

Andrea Bernardini