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INTERVISTA A SALVATORE MANFREDI di Andrea Bernardini

FotografiaCostituita nel 2011, dopo che la Warner Chilcott, un’azienda farmaceutica americana, aveva deciso di dismettere tutte le attività in Europa, licenziando oltre 550 persone, la Fenix Pharma è la prima cooperativa farmaceutica fondata in Italia. L’azienda romana, nata dall’impegno di cinque ex manager e sostenuta da Cfi, si occupa di commercializzazione di prodotti farmaceutici, integratori e dispositivi medici, attraverso una rete di ISF. La Fenix Pharma, che conta oggi su una base sociale composta da 41 soci lavoratori, 7 impiegati e 52 agenti commerciali, ha fatto registrare, in questi ultimi anni, una crescita costante, con un fatturato previsto per il 2019 pari a circa 6,9 milioni di euro. Della cooperativa abbiamo parlato con Salvatore Manfredi, presidente di Fenix Pharma.

Presidente Manfredi, la vostra, a partire dal 2011, è stata una lunga cavalcata, caratterizzata da una crescita via via più marcata. Ce ne vuole parlare?
Credo che alla base del nostro sviluppo ci sia la chiarezza di idee, ovvero la convinzione che potevamo perseguire un sogno, fondato sulle conoscenze, sulla determinazione e la capacità di soffrire, sulla condivisione, per rendere tutti consapevoli delle difficoltà e delle necessità, sul continuo monitoraggio e sulla gestione delle urgenze. Poi, anche le strategie aziendali e la selezione dei prodotti da promuovere hanno avuto un ruolo importante: siamo partiti da quelle aree che conoscevamo meglio, come l’area delle patologie dello scheletro, per arrivare successivamente alla gastroenterologia e all’otorinolaringoiatria.

Ci sono stati dei cambiamenti o Fenix Pharma è sempre quella nata dall’idea di quei cinque manager?
La cooperativa è cambiata poco, per quanto riguarda lo spirito e la determinazione nel conquistarsi il proprio spazio. È migliorata, invece, sotto l’aspetto gestionale: vedi gli investimenti in tecnologia per migliorarne l’efficienza e i programmi specifici legati all’analisi del business, al welfare, alla continua formazione (sia funzionale che scientifica) e al team building per consolidare l’appartenenza. Dal punto di vista strategico, poi, c’è stato un importante cambiamento nel modello di business, con la cessione dei farmaci generici ad un’altra azienda e la focalizzazione sugli integratori e sui dispostivi medici. Cambiamento da imputare soprattutto alla marginalità decrescente dei farmaci che ha generato delle perdite per la cooperativa. Noi, comunque, come Fenix Pharma continuiamo a promuovere i farmaci generici di proprietà di altri in qualità di service, a fronte di un fee fisso.

Come vede il futuro di Fenix Pharma? Quali sono le sfide che vi attendono?
Nel breve e medio periodo la sfida principale è quella di far crescere il nostro listino, fatto di integratori e dispositivi medici, attraverso lo sviluppo di quelli esistenti ed il lancio di uno o due prodotti nuovi ogni anno, per i prossimi tre anni. Contemporaneamente, vorremmo investire in aree diverse dalle attuali, tramite l’acquisizione di alcuni prodotti, nell’ottica di espandere le possibilità di sviluppo, consolidando l’auto-sostenibilità della cooperativa. Un altro dei nostri obiettivi sarà quello della copertura dei territori attualmente scoperti, attraverso la selezione di agenti commerciali giovani e potenzialmente interessati a diventare, in futuro, soci. A questo va aggiunto il continuo monitoraggio del mercato, per essere pronti a cogliere eventuali nuove opportunità, allargando anche la compagine interna alla cooperativa.

Un’ultima domanda, alla fine di questa nostra breve chiacchierata. Che cosa significa per voi essere una cooperativa, tenendo anche conto che operate in un settore come quello farmaceutico?
Fin dall’inizio, dar vita ad una cooperativa è stata quasi una logica conseguenza, per delle persone che come noi si conoscevano da tanto tempo e si stimavano reciprocamente. Ritrovarsi in una comunità, a lottare per un obiettivo comune, è stata una scelta naturale. Negli anni, abbiamo consolidato il senso di appartenenza e ci siamo sempre confrontati sul cammino da percorrere e sugli obiettivi da raggiungere. Trovandoci ad operare in un settore, quello farmaceutico, ipercapitalista, per noi essere una cooperativa ha significato essere diversi dagli altri attori del mercato, in termini di condivisione, mutualità, rapporti interpersonali e comunione di intenti, dimostrando a noi stessi che ce la potevamo fare.