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INTERVISTA A ENRICO POZZOBON di Andrea Bernardini

FotografiaCostituita nel 1988, la Cooperativa Sociale Eureka nasce come lavanderia interna dell’ospedale di Camposampiero (PD), per il lavaggio di biancheria piana (lenzuola, coperte e tovaglie). Successivamente, la cooperativa si trasferisce a Castelfranco Veneto (TV), offrendo i propri servizi ad alcune case di riposo e ad alcuni ospedali, con il sostegno del Gruppo delle Cooperative Castellane. Il 2006 è l’anno della svolta, determinata dalla crisi, in termini di risultati economici, della cooperativa, con l’ingresso di un nuovo management e con la riorganizzazione dei processi produttivi. Da lì in poi quella di Eureka, grazie anche alla sinergia tra il Consorzio in Concerto e CFI, che porta alla costruzione di una nuova sede con tecnologia all’avanguardia, diventa una crescita costante. Oggi, la cooperativa veneta può contare su 196 soci lavoratori, di cui il 37% è in stato di svantaggio, e il suo fatturato nel 2018 ha superato gli 11.400.000 euro. Di questa importante realtà trevigiana, abbiamo parlato con Enrico Pozzobon, presidente di Eureka.

Presidente Pozzobon, la vostra è stata una crescita costante, pari a quasi il 40% del fatturato negli ultimi quattro anni. Da che cosa è stata determinata?

Credo che dietro i nostri ottimi risultati ci sia stata la capacità di rispondere, con un servizio innovativo e di qualità, alle richieste del mercato. In Eureka abbiamo capito che i bisogni e le richieste di servizio formulati dal settore socio-sanitario, con l’innalzamento dell’età media delle persone, necessitavano di risposte adeguate. La nostra cooperativa ha avuto la capacità di far fronte a questi bisogni, rispondendo in modo efficace.

Anche perché, negli anni, avete investito molto nell’organizzazione sociale del lavoro e in tecnologia…

Sì, abbiamo investito molto per ottimizzare e rendere standardizzati, lineari e semplici i processi di lavaggio e asciugatura della biancheria piana, del vestiario e delle divise. Questa è stata la chiave di volta: processi semplici ma con un alto grado di produttività, per mettere persone svantaggiate o “scartate” dal resto del mondo produttivo in condizione di lavorare, sentendosi utili e, tramite il loro lavoro e impegno, parte integrante della società .

Si può dire che questa sia stata la vostra carta vincente? Farsi carico delle persone in situazioni di svantaggio e offrire loro un impiego adeguato, in grado di valorizzare le competenze e le specificità di ognuno…

Effettivamente possiamo dire che la nostra carta vincente è stata non solo la capacità di creare lavoro ma anche la volontà di farci carico di persone in situazioni di svantaggio, offrendo un impiego adeguato alle loro possibilità. In un articolo apparso su “Il Sole 24 Ore”, dedicato ad Eureka, questo è spiegato molto bene: per noi l’automazione non è legata al taglio dei posti di lavoro ma alla semplificazione e al controllo dei processi, che diventano eseguibili anche da persone più deboli o meno fortunate. Questa semplificazione deriva, naturalmente, dall’ottimizzazione dei processi.

Il vostro può essere, in termini imprenditoriali, un esempio per tutta la cooperazione…

Credo che il mondo della cooperazione possa esprimere le sue potenzialità se assume una mentalità imprenditoriale e si crea un proprio prodotto/servizio. L’innovazione e la crescita, se si riescono a trovare i mezzi per sostenerle e finanziarle, portano a sviluppi e cambiamenti importanti. La forza di Eureka è stata quella di dare concretezza alla propria mission, “l’inserimento lavorativo”, tramite gli investimenti, per aumentare la potenzialità produttiva e, di conseguenza, l’occupazione.

Un’ultima domanda, alla fine di questa nostra breve intervista. Che cosa significa per voi essere una cooperativa?

Per noi essere una cooperativa significa adoperarsi ogni giorno per creare lavoro stabile e crescita occupazionale, guardando all’inserimento lavorativo e all’aggregazione sociale. Inoltre, significa offrire servizi di buon livello qualitativo e concorrenziali in termini economici, per rispondere ai bisogni e alle esigenze del mercato. Vuol dire, infine, innovare per essere all’avanguardia e offrire una gamma di servizi sempre più ampia. Tutto questo, che si traduce in imprenditorialità, viene espresso e portato avanti con forza da un gruppo - la cooperativa, appunto - in cui la stessa ’imprenditorialità diventa la connotazione principale di ciascuno dei componenti.