CFI: dal bilancio 2024-2025 un settore cooperativo solido. Proposta di sgravi contributivi per rafforzare i Workers Buyout
Durante l’Assemblea di Bilancio di CFI è emersa la necessità di aggiornare il quadro normativo a sostegno dei Workers Buyout, lo strumento che permette ai lavoratori di rilevare imprese in crisi salvaguardando attività produttive e occupazione.
Nel corso dell’Assemblea di Bilancio di CFI – Cooperazione Finanza Imprese – è emersa con forza la necessità di aggiornare il quadro normativo a sostegno dei Workers Buyout (WBO), lo strumento che permette ai lavoratori di rilevare imprese in crisi salvaguardando attività produttive e occupazione.
Il Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ha sottolineato l'importanza dell’introduzione di uno sgravio contributivo per i primi due anni di attività delle cooperative nate da WBO: una misura pensata per favorire stabilità, sostenibilità economica e continuità aziendale.
CFI – costituita nel 1986 per dare attuazione alla Legge Marcora – ha presentato un bilancio in equilibrio, con una crescita degli impieghi del 9,8% e un totale di 79,3 milioni di euro di impieghi netti. Grazie al supporto finanziario e all’accompagnamento fornito alle cooperative, sono stati deliberati oltre 15 milioni di euro di nuovi interventi, confermando il ruolo di CFI come investitore istituzionale al servizio dell’impresa cooperativa.
Il sistema cooperativo sostenuto da CFI esprime oggi 1,2 miliardi di euro di valore della produzione aggregato e garantisce 13.175 posti di lavoro. Dalla sua nascita, CFI ha sostenuto più di 380 cooperative e salvaguardato circa 18.000 posti di lavoro.
Come sottolineato dall’Amministratore Delegato Mauro Frangi, CFI è oggi un punto di riferimento nazionale per l’impresa cooperativa di lavoro e sociale, capace non solo di erogare risorse finanziarie, ma anche di accompagnare le imprese nei percorsi di sviluppo e generare valore economico, sociale e ambientale condiviso.
La proposta di revisione normativa conferma l’attenzione crescente verso i WBO come strumenti di rigenerazione industriale e presidio occupazionale, rafforzando una collaborazione pubblico-privata che, nel tempo, ha già permesso a migliaia di lavoratori di costruire percorsi di impresa responsabili e sostenibili.
Fonte: Corriere Romagna - Economia & Business
