www.cfi.it
Home > News > INTERVISTA A MAURO FRANGI

INTERVISTA A MAURO FRANGI

Per capire quali sono i benefici per le imprese cooperative partecipate da CFI, derivanti dall’accordo firmato da CFI e UBI Banca, ne abbiamo parlato con il presidente Mauro Frangi che ha voluto e firmato l’intesa.

FotografiaPer capire quali sono i benefici per le imprese cooperative partecipate da CFI, derivanti dall’accordo firmato da CFI e UBI Banca, ne abbiamo parlato con il presidente Mauro Frangi che ha voluto e firmato l’intesa.

Presidente Frangi, quale è il significato di questo accordo?
In questi ultimi anni le imprese cooperative hanno lavorato molto con UBI Banca. La collaborazione è stata particolarmente intensa per la cooperazione sociale che ha potuto beneficiare degli strumenti e delle capacità di analisi messe in campo da UBI Comunità. Il protocollo di intesa nasce dalla volontà comune di intensificare la collaborazione e qualificare ulteriormente gli interventi di entrambi i soggetti così da generare maggiori opportunità e benefici per le imprese, i loro lavoratori e la collettività.

Cosa cambia con l’accordo sottoscritto e quali sono i vantaggi per le cooperative partecipate da CFI?
In maniera più sistematica sarà possibile definire interventi congiunti tra CFI e UBI, generando maggiori condizioni di successo per progetti imprenditoriali cooperativi. Quando CFI investe capitale “di rischio” in un’impresa cooperativa non può soddisfare, ovviamente, da sola, tutti i fabbisogni finanziari dell’impresa. Il problema dell’accesso al credito è sempre un tema molto sentito dalle cooperative. Per questo costruire un canale privilegiato, come quello realizzato con UBI, consentirà loro di avere un’opportunità in più, per ottenere finanziamenti a sostegno degli investimenti e della loro crescita.

L’accordo fa riferimento a molte tematiche. Su quali ci si concentrerà maggiormente?
La collaborazione con UBI potrà consentire di incrementare la possibilità per le cooperative di fruire delle risorse pubbliche disponibili, proprio perché la complementarietà tra i “capitali pazienti” investiti da CFI ed il credito bancario erogato dall’Istituto aumenteranno la sostenibilità dei progetti imprenditoriali. D’altro canto, il fatto che le cooperative partecipate da CFI hanno spesso una patrimonializzazione superiore garantirà alla banca una maggiore qualità del credito erogato. Infine, non dobbiamo dimenticare che proprio UBI, con la divisione UBI Comunità, è uno dei player bancari più attivi ed apprezzati dalle cooperative sociali, nelle quali CFI spesso interviene.

A proposito di finanziamenti, CFI interviene in situazioni “difficili” e investe sul progetto imprenditoriale, mentre le banche per concedere prestiti esigono solide garanzie. Come si conciliano i due modi di intervento?
É evidente che il ruolo di CFI e quello delle banche è diverso e, quindi, l’accordo prevede che ciascuno dei due soggetti agisca a partire dalle proprie competenze e dalle proprie prerogative. L’autonomia decisionale di ciascuno, però, quando, come in questo caso, esiste una comune volontà di sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria cooperativa e sociale, diventa un valore anche per l’altro soggetto. Ad esempio, a proposito di garanzie, credo che l’attività di costante e continuativo monitoraggio che CFI svolge sulle proprie partecipate unita al basso tasso di deterioramento delle imprese che la storia dimostra, costituiscano elementi di solidità e di tutela molto apprezzati da una Banca.

CFI è un finanziatore “paziente”. Sarà anche UBI un prestatore di capitali pazienti?
Dipenderà molto dal tipo di progetto e dalla sua complessità. Non credo che si possa stabilire a priori una regola generale valida per tutti i casi. Valuteremo i vari progetti e decideremo caso per caso le modalità di intervento, tenendo presente che gli interventi di CFI e UBI Banca sono complementari. Quando uno dei due soggetti riterrà che l’intervento dell’altro possa essere utile a rafforzare l’impresa e a migliorarne la struttura finanziaria e, quindi, la sua solidità nel tempo, lavoreremo insieme a generare le migliori condizioni per rendere efficace tale complementarietà.

Avete pensato ai tassi di interesse che saranno praticati?
Data la natura dell’intesa e la varietà di situazioni che intende coprire non sarebbe stato né utile né serio indicare tassi di interesse di riferimento. Si deciderà di volta in volta.

Cosa si aspetta CFI da questo accordo?
Oltre alle positive ricadute sulle imprese partecipate in termini di facilitazione nell’accesso al credito, la collaborazione con un soggetto come UBI può consentire di acquisire competenze e metodologie di lavoro comuni nella valutazione dei progetti imprenditoriali. UBI in questi anni ha lavorato molto bene, in particolare, sulla valutazione del merito creditizio delle cooperative sociali e ha contribuito alla crescita di cultura finanziaria in questo mondo. La collaborazione ci aiuterà a diffondere imprenditorialità cooperativa e, quindi, ad accrescerne le possibilità di successo.